[TEST] SCOTT ADDICT RC, CARATTERE DA SCALATORE, PRONTA PER GLI SCATTI

Nella famiglia Addict RC la Ultimate siede a capotavola. Mettetevi comodi, quindi, e vi raccontiamo del modello di vertice per tutte le soluzioni adottate, dal telaio alla componentistica e, inevitabilmente, parliamo anche di prezzo.
Dire che questo sia in linea con questa tipologia di prodotto per molti non giustifica la cifra che sfiora i dodicimila euro, ma non valga neppure fare paragoni con “cosa ci potrei comprare con quella cifra”. Parliamo di top di gamma: il paragone andrebbe fatto con il top di gamma anche dei marchi motorisitici per avere una proporzione sensata.

Di sicuro c’è che questa bicicletta è quanto di meglio possano chiedere gli atleti della Mitchelton Scott. È uno dei modelli, infatti, adottati dal team e, già nel 2019, portato alla vittoria dai fratelli Yates e compagni di squadra.

La sensazione di leggerezza assoluta che ne abbiamo avuto tirandola fuori dalla scatola va di pari passo con quella di robustezza. Rispetto ad altre top di gamma di peso analogo la Addict RC non dà alcuna sensazione di fragilità. Non è solo una sensazione evidentemente. Prima di entrare nel dettaglio della nostra prova vale la pena fermarci su questa parola. La Scott Addict è essenziale e semplice all’apparenza. Dopo averla tirata fuori dallo scatolone l’abbiamo montata rapidamente, tolto il fermo del freno a disco anteriore e messa la ruota ci è rimasto da montare la sella. Poi eccola lì, appoggiata da una parte con tuta la sua essenza: una bicicletta senza fronzoli.
Merito dell’integrazione totale voluta da Scott per l’ammiraglia. Merito anche del gruppo Sram Red eTap AXS. Nella semplicità – apparente – di questi componenti, la parte più complicata sembra riservata al nome. Semplicità da apprezzare nelle linee estetiche ormai volte all’esclusività dei freni a disco: non ci sono alternative in questa versione 2020. La struttura principale della Addict RC si è evoluta in favore dell’aerodinamica ma dimagrendo pure di 110 grammi rispetto al modello precedente di cui 68 lasciati solo nell’alleggerimento del sistema di chiusura del reggisella. Vale la pena soffermarsi su questo dettaglio perché Scott ha adottato una soluzione che semplifica un po’ le cose elaborando una fascetta che si interfaccia col telaio e “contiene” una piastrina su cui insiste la vite di bloccaggio. Nessun problema nella regolazione della sella, ma occorre fare un po’ di attenzione se si smonta completamente il reggisella per evitare che la piastrina possa cadere all’interno del telaio (nel caso ci sarà da perdere un po’ di tempo per farla uscire fuori, ma niente di irreparabile). Questa soluzione, però, oltre essere molto leggera è anche “carbon friendly”, ossia studiata per distribuire la sollecitazione su tutto il perimetro del tubo reggisella.

Per far risultare ancora più leggero il telaio, Scott ha adottato la fibra di carbonio HMX SL lavorata per essere perfettamente cava e liscia nella parte interna così da ottimizzare il materiale e quindi il risultato ponderale.

Foderi forcella, tubo obliquo e pendenti posteriori seguono la linea aerodinamica che caratterizza questa nuova Addict RC.

Scott addict rc

Il carro è compatto.

RIGIDITÀ

Nella presentazione Scott la Addict Rc viene descritta con una rigidità aumentata del 14,5 per cento. Non poco considerando che il modello precedente costituiva già un’ottima bicicletta. A cosa si deve questo guadagno? Certamente influisce la forma dei tubi: la ricerca aerodinamica migliora il momento torcente, ma aiuta anche l’adozione del perno passante che è, per costruzione, adottato in tutti i telai di questa serie pensata solo per freno a disco. La chiusura delle ruote così solida va a chiudere i triangoli di forcella e carro posteriore creando, col mozzo, una struttura solidale come non mai. E la differenza si sente appena saliti in sella.

Scott Addict RC

Freno a disco e perno passante. Estraendo e tirando la levetta si ha a disposizione una brugola che permette la regolazione dei freni.

CAVI INTERNI

Scott è stata una delle prime aziende ad adottare i cablaggi completamente a scomparsa: i cavi dei freni (solo questi, in questo caso visto il montaggio con i gruppo Sram wireless) sono visibili solo dove serve: a pochi centimetri dal componente che vanno a servire, il resto è tutto dentro al telaio e per la Addict RC c’è un lavoro incredibile fatto nella zona del cockpit, tra curva manubrio, serie sterzo e tubo frontale. Rispetto a quel che si vede esternamente, infatti, il cannotto forcella è decentrato rispetto al tubo frontale e questo proprio per lasciare passare i cavi dei freni (e gli eventuali cavi del sistema elettronico) studiandone con cura i passaggi così da non avere mai angoli troppo stretti. Una scomodità di montaggio? Sì e no. Certo è che una soluzione di questo tipo risulta più complicata da gestire nella manutenzione, ma Scott ha studiato tutti i dettagli per semplificare al massimo la vita dei meccanici e, alla resa dei conti, sono pochi i passaggi in più dovuti per una soluzione del genere.

Passaggio cavi

L’attacco manubrio è completamente apribile e permette di gestire il passaggio dei cavi con facilità, gli spessori sono a incastro, per cui possono essere facilmente aggiunti o tolti senza smontare alcun cavo. Una volta terminata la manutenzione si applica nuovamente la copertura magnetica e la linea della bicicletta rimane completamente pulita.

Magnetica è anche la copertura delle viti che tengono in posizione il freno a disco anteriore. La regolazione, se ce ne fosse bisogno, si può fare con estrema rapidità (buona notizia, questa, nel caso ci si trovasse con le pastiglie che sfiorano il disco).

L’attacco manubrio senza la copertura magnetica.

COMPONENTISTICA

Sram Red eTap AXS: basta questo a descrivere una componentistica che qui appare perfetta proprio per la sua essenzialità: basta montare i componenti al loro posto e avere la trasmissione perfettamente funzionate. Vale la pena ricordare come anche in questa versione di gruppo elettronico wireless le batterie di cambio posteriore e deragliatore siano interscambiabili: in sostanza non si rimane mai a piedi. Se pure si dovesse scaricare una batteria (e l’autonomia è comunque di tutto rispetto), si può invertire con quella dell’altro componente per spostare la catena dove si vuole. Non c’è il rischio di tornare a casa col rapportone insomma.

Ecco, sui rapporti caso mai va fatto un ragionamento: abbiamo visto (cliccare qui) come l’assortimento di Sram sia decisamente diverso a quanto ci aveva abituato il mercato. Meglio? peggio? Questione di abitudine e scelte personali viene da dire dopo averci pedalato su. Di sicuro l’assortimento proposto dalla casa americana è in grado di coprire tutte le esigenze – parliamo comunque di un gruppo 12V – in ogni caso si può intervenire in un secondo momento variando l’assortimento in base alle necessità che dovessero variare.

SYNCROS

Scott ha acquisito il marchio Syncros per la componentistica e la Addict RC ne sfrutta appieno le possibilità del catalogo. Ne abbiamo potuto apprezzare le caratteristiche a partire dal manubrio integrato rifinito con una zigrinatura che non è solo estetica: migliora il grip nell’appoggio delle mani (abbiamo fatto qualche prova anche senza guanti e in versione “mani sudate” sfruttando la clemenza di un inverno a tratti quasi primaverile) che risulta così molto naturale e sicuro. La sella, modello Belcarra, risulta decisamente efficace e comoda anche dopo qualche ora di pedalata.

LA PROVA

La serie Addict di Scott ci aveva abituati a una bicicletta dalle caratteristiche nell’orma della tradizione e già a salirci su ci si accorge che qui è tutto diverso dalla vecchia Addict. Pulizia ed essenzialità si notano subito, poi basta fare qualche pedalata per capire il carattere decisamente agonistico di questo mezzo.

L’avantreno è ben studiato nelle geometrie: risulta agile ma in discesa restituisce sensazione di sicurezza. L’entusiasmo delle prime pedalate è dovuto pure alla sensazione netta di rigidità data dall’insieme telaio e ruote. Queste, le Zipp 202 NSW in versione disco e montate con coperture tubeless di Schwalbe sono il completamento perfetto del mezzo. Durante il nostro test c’è anche capitata una foratura prontamente riparata dal sigillante presente all’interno della copertura. Praticamente nessuna perdita di pressione: della foratura ce ne siamo accorti solo tornati alla base per l’evidenza dell’uscita di un po’ di sigillante.

Tanta rigidità vuol dire affaticamento? C’è voluta un’uscita un po’ più lunga per capire che non si corre questo pericolo. Ancora una volta il merito va alla geometria ma anche alla scelta del composito. Abbiamo pedalato per ore senza avvertire scomodità di sorta. La stanchezza quella sì, forse dovuta anche a un po’ di entusiasmo in più.

CONCLUSIONI

Visti peso e caratteristiche ci viene sempre da confermare questo modello per chi ama le salite. Ma la Addict RC si pone anche all’attenzione di chi ama le gare in circuito fatte di mille scatti. Se c’è una cosa che è aumentata nel totale di questo mezzo è proprio la versatilità.

Costa tanto, è vero, ma stiamo parlando di una Formula 1 (se proprio vi sentite di fare un paragone economico), no di una utilitaria. In ogni caso Scott propone la Addict RC in otto versioni differenti che partono da poco meno di 3.500 euro.

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